L’esposizione LA POETICA DELLA LUCE presenta due serie di lavori che Alberto Flammer ha realizzato negli scorsi anni.
Per rendere omaggio al decesso di un maestro della fotografia ticinese, e non solo, in accordo con chi si occupa ora dell’archivio di Alberto Flammer, la CONSARC/GALLERIA rende omaggio ad un grande della fotografia svizzera.
La frequentazione con Alberto Flammer inizia nella prima metà degli anni ’80, quando alla prima galleria FotografiaOltre, sempre a Chiasso, presentammo la serie di opere che lo stesso Flammer aveva definito “Alchimie”, perché vi si fondono e confondono corpi, legno e pietre.
Da allora ci siamo incontrati spesso ed ogni volta, dopo lunghe discussioni, mi vedevo costretto a dar ragione ad Alberto. ERA UN MAESTRO.
L’ultimo incontro è avvenuto nel luglio del 2022, a Locarno.
Dopo qualche giorno, ci chiama al telefono e ci propone di esporre in Galleria il suo ultimo lavoro che – dice lui – è pronto.
Purtroppo non siamo riusciti a programmare la mostra prima del suo decesso, che, come sapete, è avvenuto il 10 novembre dell’anno scorso.
Dopo qualche tempo, abbiamo contattato Mattia Dellagana e Nicoletta Ferrazzini che si occupano ora dell’Associazione Archivio Alberto Flammer, perché volevamo rendere omaggio ad Alberto.
Volevamo farlo proprio con quella mostra che sembrava pronta, con le opere incorniciate, a cui mancava solo di essere appese alle pareti dellari realizzati anni prima.
Il primo gruppo è composto da immagini tratte dalla serie intitolata “Dal Libro dei Morti degli Antichi Egizi”, in cui sono raffigurati dettagli dei monumenti che Flammer aveva fotografato nel suo viaggio del 1987-88.
Come scrive Antonio Mariotti Flammer “punta ad esplorare un mondo distante sia nello spazio che nel tempo”. Ed ancora: “Irrimediabilmente, però, ad orientare la ricerca di Alberto Flammer è il suo voler a tutti i costi «dominare» la luce, utilizzandola nel migliore dei modi per realizzare il suo intento più intimo: quello di sorprendere ogni volta chi osserva le sue opere con un nuovo punto di vista, un nuovo contrasto tra luce e ombra, tra bianco e nero”.
Parole che valgono anche per il secondo gruppo di immagini che sono immagini tratte dalla serie “Radiografie e Risonanze”: nature morte che raffigurano vasi e fiori realizzate con lastre mediche, a cui si aggiunge un Autoritratto speciale che invito a venire a vedere in galleria.
In occasione di questa mostra sarà presentata una cartella contenente 7 stampe in una edizione limitata a 7 copie + 3 copie fuori edizione.
L’idea della cartella è venuta dopo il ritrovamento in archivio di una serie di stampe analogiche ai sali d’argento che Alberto Flammer aveva realizzato in occasione della mostra del 1988 che la Fondazione Svizzera della Fotografia (allora nella sede del Kunsthaus di Zurigo) aveva allestito includendo le immagini dell’Egitto.
La cartella conterrà dunque una stampa “vintage“ ai sali d’argento realizzata dallo stesso Flammer, e stampe contemporanee prodotte per l’occasione a getto d’inchiostro da Stefano Spinelli delle due serie presentate in galleria.
A completare la cartella un testo di presentazione di Antonio Mariotti che ha conosciuto Flammer durante gli anni di collaborazione avuti per l’Archivio Roberto Donetta.
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